Armando il Groviglio

15/04/2017, Grotta di Monte Cucco.

Sabato, dopo tanto tempo, riesco a tornare al Cucco. Per fortuna ero insieme a speleo pazienti perché, definirmi solo arrugginita, sarebbe un eufemismo.
Comunque…alle Camille incontriamo Lorenzo e Matteo che ci accompagnano fino al Nibbio.
Mentre stiamo per entrare, Gabriele mi fa notare che ho la tikka mezza aperta e male inserita…mmm…sembra proprio che sarà una giornata difficile per me 😀 e soprattutto per i miei compagni 😀
Appurato che avevo perso le pile…Lorenzo e Matteo si rendono conto che pure la luce principale non è in gran forma…così la sistemiamo.
E via…si scende…
E’ davvero molto bello, specialmente la parte che si percorre a piedi (credo sia la “Galleria Sigillo”).
Rudy arma il pozzo del Groviglio, intanto noi mangiamo un po’. Poi si riparte e raggiungiamo in pochi frazionamenti il Perugia. Appena scesa ho provato una bella sensazione, quasi di familiarità. Per carità, al Perugia ci sono stata tre volte in tutto con questa uscita, però riconoscevo il luogo e questo mi ha messo a mio agio.
Scendiamo il baratro e risalendo dai rami sinistri o destri 😀 (uddio…nunjelapossofa 😀 !!!) ci infiliamo in una galleria che di solito porta ad un laghetto. L’acqua era scarsa e questo ci ha permesso di raggiungere un pozzo in risalita che ci ha condotto in una sala chiusa piuttosto vicina alla superficie. Fabrizio ha strisciato fino alla parte più estrema non resistendo, giustamente, alla curiosità.
Questa zona mi ha messo particolarmente alla prova, pareva un “gomblotto” :D……. in circa due metri trovo nodo, deviatore, frazionamento…azz…insomma…sia in salita che in discesa è stato complicato per me , ma anche un’ottima occasione di ripasso delle manovre!
Da lì siamo tornati al Perugia, poi abbiamo risalito lo splendido Birone per attraversare i meravigliosi laghetti Mao. Queste due ultime parti mi erano rimaste nel cuore fin dal giro fatto durante il corso nel lontano ottobre 2016.
Raggiungiamo in breve la testa del Terni, facciamo il traverso e ci infiliamo nei laghetti omonimi, stranamente bassi.
Per uscire passiamo sotto la porta Egizia.
Fatte le scale, operazione che per la fatica richiesta è davvero appropriata al tempo quaresimale, usciamo.
Selfie di rito e poi immancabile cenetta al Villa Anita.

Che dire, tornare al Cucco è stato meraviglioso, vorrei poterci andare più spesso.
E’ come una calamita che ti attira. Dopo averne fatto esperienza, non riesci più a guardarlo come se fosse solo un monte…

Ringrazio Fabrizio, Rudy, Alessandro, Gabriele (anche per le foto) e ovviamente il Cucco per aver potuto vivere questa giornata!

Valentina

 

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