Pratica d’armo – Grotta del Chiocchio

29/03/2015, Castagnacupa (Spoleto).

Come da programma, oggi ci siamo ritrovati alle 7,30 (ora legale appena entrata in vigore) in sede per l’uscita alla grotta del Chiocchio.
Presenti: Francesco Pattuglia, Alfredo, Federico e la sottoscritta (Lucia).
Carichiamo i 4 sacchi d’armo, accuratamente preparati giovedi scorso dopo la lezione sui nodi impartitaci da Francesco, e ci avviamo alla volta di Spoleto dove troviamo Claudia, Rita e Rudy che si uniscono a noi.
Era stato deciso con Francesco che questa domenica avremmo trasferito in pratica quanto appreso sui nodi e sulle nozioni d’armo, e così è stato.
Appena dentro ci rendiamo subito conto che sarebbe stata un’uscita “bagnata”: rivi d’acqua fin dai primi passaggi; anche i più esperti ci confermano che ci troviamo in condizioni di “umidità” particolari.
Arriviamo al primo pozzo e tocca a me fare il primo armo assistita dal paziente Francesco… Aiuto! La paura mi prende e comincio a fare come il topolino che si avvicina e poi torna indietro, ma visto che sono figlia di ‘ndrocchia, esorcizzo e vado: longe… terrazzino… discensore. Ok, il peggio è passato. Primo nodo delle guide con frizione (ripeto la lezione) e scendo. Tanta paura per così poco! Non credo che lo dimenticherò facilmente.
I piedi entrano nel primo laghetto: “libera!”
E così i miei compagni, uno dopo l’altro.
Rudy, Rita e Claudia sono un po’ più in dietro, arriveranno poi e scenderanno in autonomia.
Arriva il secondo pozzo: la cascata bianca. E’ il momento di Alfredo che segue il traverso per poi armare la discesa. Francesco sempre al fianco.
Facciamo la prima doccia.
Proseguiamo ed è la volta di Federico a cui tocca il pozzo del Panino (anche se dotato già di armo). Qui il Pattuglia ci fa vedere come preparare un ancoraggio a distanza utilizzando una fettuccia per risparmiare corda. Nel frattempo ci raggiungono i tre esperti che ci sorpassano mentre noi siamo attenti alle parole dell’Istruttore.
Arrivati in fondo al terzo pozzo e ricongiuntici con gli altri dopo la seconda abbondante doccia, decidiamo che per oggi è sufficiente: siamo fradici e l’obiettivo di armare è stato raggiunto. Con Claudia andiamo a vedere dall’alto il pozzo successivo, e poi ci accingiamo a risalire.
Lentamente, uno dopo l’altro, risaliamo da dove siamo venuti finendo di inzuppare anche quello che fino ad allora si era salvato. Risalendo recuperiamo il materiale facendo attenzione a non dimenticare nulla.
All’uscita ci aspetta una temperatura primaverile ottimale e un sole caldo che ci permette di stendere il “bucato”. Sono circa le 13.30.
Francesco e Alfredo partono per procurarsi salsicce e costarelle, Rudy prepara il fuoco, io e Rita raccogliamo un po’ di legna, Claudia intesse una griglia per le salsicce con i rametti di ginestra, Federico svuota i sacchi del Gruppo e controlla tutto il materiale.
Una coperta matrimoniale stesa al sole, una seggiolina da campeggio, una coperta di pile e un tronco d’albero sono i nostri sedili; il fuoco e la brace fanno il loro lavoro e finalmente verso le 15,00 riusciamo a placare i brontolii delle nostre panze. Compagnia gradevolissima, tranquillità, risate e scazzo.
Claudia tira fuori il ciambellone (alias torcolo per i perugini) che completa il pasto (spazzolato!). Nel frattempo c’è anche chi riesce a schiacciare un pisolino, ma verso le 17 prende voglia di caffè.
Carichiamo le macchine ci dirigiamo verso casa Giorgetti dove veniamo accolti da papà e mamma di Claudia, la quale ci tira fuori il tiramisù che ci aveva promesso.
Arriva il caffè e papà Giorgetti ci mostra alcuni dei reperti, anche recenti, che ha trovato durante le sue uscite in grotta.
Ripartiamo verso casa arricchiti da una giornata piacevolissima grazie alla compagnia e all’atmosfera, sicuramente istruttiva grazie al Pattuglia.
Riportiamo in sede tutto il materiale che viene accuratamente depositato in magazzino, pronto per essere controllato.
Andiamo verso la bella stagione, sono certa che di giornate come queste ne verranno delle altre.

Grazie a tutti: Francesco, Alfredo, Federico, Rudy, Claudia, Rita, mamma e papà Giorgetti.

Lucia Urbani