Area 150 e Terzo Ramo

09-10/10/2015, Grotta di Monte Cucco.

Dopo la bella lezione di geologia tenutasi al museo di Costacciaro, Lorenzo Brustenghi e Lucia Urbani decidono di incamminarsi per il pernotto nella turistica della grotta di monte Cucco; la scelta li obbliga a rifiutare, con profondo dispiacere, di fermarsi insieme al GSCAIPG a bere la birra offerta dal direttore “generale” Massimo Minna.
Sappiamo del tempaccio in arrivo ed infatti la nebbia ed il vento ci accompagnano fino all’ingresso della grotta.
L’abbondante stillicidio trasforma la parte turistica della Grotta in un gigantesco scolapasta, troveremo comunque un riparo asciutto nell’androncino che precede i laghetti terni.
Brodino caldo ed alle 1e30 di sabato siamo dentro i sacchi a pelo ma non avendo portato stuoini l’unica cosa che ci separa dalla fredda roccia è un fine telo in plastica, che non impedisce al freddo di costringerci ad alzarci alle 7e30 del mattino piuttosto intirizziti.
Caffè e in marcia.
Raggiungiamo rapidamente il salone Canin, dove faremo una breve sosta prima di “tuffarci” negli scomodi cunicoli del vento, dopo molto tempo degni di questo nome. Un flusso d’aria freddo, forte e costante che si sposta dal Salone Canin verso le nuove zone, ci aiuta a discendere la scomoda galleria.
Entriamo nell’area 150 e farciamo bene bene i sacchi con le corde recuperate precedentemente, lasciandole momentaneamente all’uscita dei cunicoli.
Terremo con noi soltanto una 17 ed uno spezzone dirigendoci a vedere una condotta alla base dei pozzi del terzo ramo.
Un piccolo tratto di corda in salita ci permette di entrare in un fangoso budello obbligandoci a strisciare per circa 10mt; sbuchiamo a metà di un pozzo e troviamo un pendolo armato che ci permette di attraversare nella parete opposta. Fango, spesso e appicicoso, di nuovo uno stretto budello, Lucia decide di aspettare mentre Lorenzo avanza solo. Dopo altri 10 m di stretto si sbuca su una saletta, una corda permette di salire il gradino di circa 3 m mentre è già evidente il rumore dello scrosciare di una piccola cascatella; ci si affaccia sulla metà di un altro pozzo, più grande del precedente, largo circa 8 m dove la corda prosegue su una di quelle che sembrano 2 diramazioni. Basta, è ora di tornare indietro.
Ci riuniamo e partiamo alla volta del Salone Canin con i sacchi carichi di corde, risalendo si avverte l’aumento del rumore dell’acqua che ci permetterà di lavare accuratamente le corde sotto la cascata: è aumentato notevolmente il suo flusso abbattendo, così,  le nostre speranze di trovare bel tempo all’esterno.
Ripartiamo ed in circa 2 ore saremo al cancello dove la fredda e diretta pioggia ci segue fino alle macchine.
Al cancello della turistica il forte vento spinge le gocce d’acqua della grata sul pavimento, creando un effetto di pioggia inversa, un gioco in cui le gocce si staccano da terra in direzione del cielo.

Lorenzo e Lucia