Un bagno inaspettato per un Bypass tanto sognato

26/03/2016, Grotta di Monte Cucco.

Causa impegni di lavoro si parte dalla sede del GS CAI PG alle 10:30, saremo in tre, Matteo, Lorenzo e Francesco direzione Meandro Smussa Anche, abbiamo un conto in sospeso con questo nuovo ramo che la settimana precedente ci aveva illusi.

Meandro Smussa Anche
Meandro Smussa Anche

A Pian di Monte Lorenzo si accorge di aver dimenticato il sotto tuta a casa e con mezzi di fortuna “i pantaloni che indossa e una maglietta prestata da Matteo” ci si mette in marcia. Entriamo in grotta alle 13 e in quarantacinque minuti siamo al Canin, poi giù per i Cunicoli del Vento e via ad affrontare le strettoie dello Smussa Anche fino al punto dove avevamo individuato la parte fossile nella quale riponevamo tutte le nostre speranze esplorative. Va avanti Matteo munito di mazzetta che cerca subito di rendere agevole il passaggio, ma quasi subito un restringimento blocca l’avanzata, tenta il passaggio ma niente da fare: non si passa. Tornato indietro toglie l’imbraco e cambia punto di accesso passando basso, qualche martellata e si passa, ora ancora dei passaggi stretti rallentano l’esplorazione. Passata anche questa serie di passaggi il meandro sembra concedere un po’ di tregua e anche se non comodo si lascia percorrere senza intoppi, Matteo va in perlustrazione e dopo aver percorso una trentina di metri si ferma, gli altri due non si vedono e non si sentono più. Tornato indietro li trova alle prese con le strettoie iniziali che mettono a dura prova Lorenzo il quale quasi vorrebbe arrendersi, ma spronato dalle notizie di Matteo ed ulteriori martellate supera tutti i passaggi stretti. Sono ormai diversi anni che tutti e 3 affrontiamo difficoltà “strette” e quasi sempre o si passa o non si passa, ma stavolta è diverso; non si tratta di un limite mentale dovuto alla paura di restare incastrati, ma di un vero e proprio limite fisico. Il problema è il torace che si dimostra essere il più ingombrante. Sdraiato su un fianco, il braccio sotto avanti e quello sopra indietro a cercare appigli inesistenti, il punto più largo del passaggio si può raggiungere tenendo tutto il corpo a circa 5 centimetri dal pavimento ricco di vaschette d’acqua fresca: sotto sforzo va svuotata tutta l’aria e, sia la schiena che il petto, sono a contatto con le fredde pareti…….è proprio a questo punto che con i piedi puntati si deve spingere con le gambe e lo sterno premuto con forza si deforma del millimetro mancante. Ora tutti e tre si procede insieme, al limite raggiunto da Matteo si sente in lontananza un rumore d’acqua, è quello che speravamo, ed il rumore diventa più forte ad ogni passo che facciamo! Ma gli imprevisti non sono finiti: davanti a noi un basso passaggio semi allagato ci interrompe la strada, se si vuole proseguire il bagno è obbligatorio. Giusto il tempo per una breve riflessione ed il meandro che allarga oltre il laghetto ed il forte rumore d’acqua sono sufficienti a toglierci qualsiasi dubbio, pur consapevoli del freddo che avremmo sentito da lì in poi (soprattutto perchè intendevamo fare il rilievo tornando indietro) ci decidiamo a passare affrontando l’imprevisto bagno. Francesco si sacrifica per primo poi tutti subito dietro, ora siamo totalmente zuppi, abbiamo i minuti contati e non possiamo stare troppo tempo fermi. Raggiungiamo finalmente l’attivo, la nostra perseveranza è stata premiata, il bypass che tutta la settimana sognavamo è stato trovato. Davanti a noi ora abbiamo un approfondimento, nuovo lavoro di mazzetta per aprire un piccolo varco e si passa anche qui, va avanti sempre Matteo, disarrampicando i circa tre metri che lo dividono da un terrazzino e si infila nuovamente nel meandro, pochi metri e qui termina l’esplorazione di giornata. Un nuovo pozzo di circa 10 m si apre sotto i piedi, nessun modo di scendere senza corde e imbrachi abbandonati alle prime strettoie della parte fossile. Ora bisogna decidere cosa fare, Lorenzo vorrebbe uscire il prima possibile, Matteo freme per rilevare mentre Francesco resta neutrale. Alla fine Matteo convince tutti sulla necessità di rilevare per capire come si muove la grotta. Partiamo così rilevando ma senza disegnare sul palmare per essere più veloci possibile e cercare di non prendere troppo freddo, rimaniamo tutti uniti fino al passaggio semi allagato, altro bagno gelido obbligatorio e ci dividiamo, Lorenzo si avvia con le due sacchette di materiali e cibo per affrontare le fetide strettoie, mente Francesco e Matteo continuano il rilievo. Procedendo veloci ci ricompattiamo all’inizio del meandro dove congiungiamo il rilievo con il caposaldo fisso alle 18 in punto. Sguardo rapido al palmare che dice 102 m di nuova grotta esplorata e rilevata con buone speranze per il futuro e la direzione assurda che caratterizza tutto il ramo, pienamente soddisfatti ci rimettiamo gli imbrachi e ripartiamo per affrontare ancora passaggi stretti. Arrivati al Canin commentiamo la cosa come se fossimo già a casa nostra, l’idea di non dover più strisciare è un sollievo. Spuntino rapido e nuovamente in marcia, sono le 19:30 e l’idea di una bella pizza ci da la carica per uscire veloci: alle 20:45 saremo alla Margherita. Fuori pochissimo vento, luna rossa e cielo stellato ci consentono di cambiarci alla macchina, non vedevamo l’ora di toglierci i sotto tuta zuppi (per chi ce l’ha)! Finiamo la serata al Villa Anita riguardando il rilievo ed i video che hanno caratterizzato questa bella punta esplorativa, fantasticando su quello che ci aspetta la prossima volta.
Matteo – Lorenzo – Francesco