Risalita Cascata della Fluoresceina

04/12/2016, Grotta di Monte Cucco.

Dopo un periodo molto movimentato tra, terremoto, corso speleo e gite sociali che ci hanno tenuti lontani dalla nostra amata grotta, troviamo finalmente il tempo per andare al Cucco.
Ci sentiamo fuori forma quindi optiamo per fare delle uscite non troppo impegnative.
La settimana prima di Perugia Sotterranea, come forma di preparazione, e pensando di riuscire a concludere velocemente la via, decidiamo di iniziare la risalita della Cascata della Fluoresceina con materiale personale.
Ci dividiamo in 3 squadre: davanti ad attaccare la risalita Matteo e Lorenzo, subito dietro Stefano e Lucia a portare avanti il rilievo della zona bassa della cascata e in chiusura, con l’obbiettivo di arrivare al Salone Canin, i 2 Neo-Spelo Giulio e Txomin con alla guida Francesco.

Grotta di Monte Cucco - Risalita Cascata della Fluoresceina
Grotta di Monte Cucco – Risalita Cascata della Fluoresceina
Per Giulio e Txomin è la prima volta al Cucco e si fidano ciecamente della loro “guida” che ha sapientemente valutato durante il corso la possibilità di riuscire nella galoppata fino al Canin, inoltre, liberi delle paure “dei sentito dire” trottano con grande grinta negli ambienti a loro nuovi raggiungendo in tutta tranquillità il fantastico salone.
Nel vecchio rilievo, la cascata della Fluoresceina, viene rappresentata come un camino di 95m, da risalire, che poi alla sommità si stringe, ma come si dice se non vedo non credo.
La partenza del camino è composta da 2 pozzi siamesi uniti da una sottile crepa che in alcuni tratti permette di vedere l’altro: dopo circa 25 metri si uniscono attraverso una stretta galleria.
Sono evidenti i segni di chi ci ha proceduto, troviamo una successione di fix e spit che evidenzia con quasi certezza 2 squadre in 2 periodi diversi. Ripercorrere la via è moto impegnativo nonostante riusciamo a riutilizzare tutti gli attacchi presenti. Ci emozioniamo quando a circa 10 mt da terra troviamo un ancora solida sosta fatta con un paio di chiodi da roccia ed un cordino su un naturale. A questo punto ci diamo il cambio, Lorenzo pranza sulla sosta mentre fa sicura a Matteo che sale freneticamente fino a raggiungere la congiunzione con il pozzo attivo laterale. Il rumore dell’acqua è continuo ed assordante e sentiamo a mala pena le urla dei compagni che passano sotto. Poco prima di ripartire, Stefano e Lucia salgono portando il rilievo fino al punto raggiunto.
Torniamo, il fine settimana dopo Perugia sotterranea, con l’immagine fissa in testa della via che si perdeva nel buio verso il fragoroso torrente.
L’appuntamento è con tutti al Bellanapoli tranne Nadia che viene direttamente a Sigillo. Saremo parecchi e formiamo nuovamente tre squadre distinte, Lorenzo e Matteo che porteranno avanti la risalita con Lucia e Nadia di supporto nel sistemare gli armi e verificare una condotta laterale, mentre Urbanelli da bravo d-istruttore accompagna Barberini, Censini, Leonida, Mario e Gabriele fino al Baratro.
Arrivati alla risalita parte subito Matteo con Lorenzo che fa sicura; la via è abbastanza veloce dato che i fix e spit già presenti sono in buone condizioni come per la precedente ascensione; poi il pozzo è intervallato da un breve tratto di meandro che inizialmente sembra stringere, ma che poi ci mostra il lato nascosto e maestoso della Fluoresceina. Il meandro un pò più stretto permette all’acqua di raccogliersi in torrente, solcando un paio di gradoni facilmente arrampicabili che aprono le porte su un fuso che sale verticale, il quale, nonostante le potenti luci, non ci lascia vedere la fine.

Alla base è impossibile restare asciutti, l’acqua si tuffa da circa 20 mt sopra la nostra testa, sbattendo su un gradino che spacca il compatto flusso in milioni di gocce, di diversa dimensione, che atterrano per la maggior parte sul lato del nostro arrivo per un umida accoglienza. 
Decidiamo comunque di proseguire la risalita. 
Poco sopra di noi, con la solita tecnica della scaletta umana , saliamo su un gradone di circa 3 metri che ci fa guadagnare la nostra asciutta e comoda posizione per ripartire.
Abbiamo rimasto a nostra disposizione ancora tempo e soltanto una corda da 20 metri. Attacchiamo il pozzo sul lato destro, guadagnando facilmente la cresta di un grosso sperone, sosta e si continua fin quasi al termine della corda, arrivando a pochi metri da una vecchia scaletta abbandonata che sicuramente penzola nel buio da diversi anni. Armo doppio e basta cosi per oggi, ci sentiamo soddisfatti e più ammiriamo questo pozzo e più le nostre menti vagano fantasticando su cosa ci sia lassù. Ormai siamo rapiti da questa zona e presto torneremo per finite la risalita. La vecchia e solitaria scaletta scaturisce nelle nostre menti un turbine di dubbi che innescano supposizioni in grado di essere superate soltanto completando la via.
Matteo – Lorenzo – Francesco