Destinazione Corbara

26/06/2017, Lago di Corbara.

Presenti in 4 io, Alessio(la barca è sua), Giulio e Pina.

Giulio sarà determinante per la giornata.
Aliamo la barca e iniziamo l’avvicinamento, attraversiamo prima il lago da sud a nord per poi virare verso est ed entrare nella gola, appena il motore va in temperatura andiamo sui 30 nodi, cominciamo a osservare un numero impressionante di falchi, sono falchi di palude rossicci e grossi tanto grossi.
In ogni momento della giornata se alzavo la testa ne vedevo almeno un paio.
Mio fratello aveva preso come riferimento un tronco insabbiato nel fondale, rallenta e guarda stupito l’ecoscandaglio, ci sono 9 metri d’acqua(8 in più dell’anno scorso).
Entriamo nella gola a velocità ridotta per goderci il panorama e la natura, il Tevere a riscavato un letto nel detrito e quindi la navigazione è più tranquilla, anni fa gli eco segnavano 50 cm e davano anche lo spessore del fango.
Cerchiamo un posto in cui scendere, la riva è fangosa praticamente una palude, accostiamo in un punto dove la roccia arriva all’acqua ,ormeggiamo su un naturale e su 2 chiodi da roccia, camminiamo per 100 metri lungo il lago, in un punto in cui gli animali vanno a bere c’erano un intrico di tracce, airone daino nutria e qualche cinghiale, è pazzesco il contrasto tra il traffico della statale che corre in alto sulla gola e l’isolamento della gola stessa.
Si comincia il lavoro, il fresco dell’aria  che esce è un sollievo rispettontra al clima torrido di fuori, siamo a 180 metri di quota, dopo un po Giulio riesce a passare la strettoia e comincia a scavare di brutto.
La grotta è un cunicolo in discesa inclinato a 45 gradi parzialmente riempito di terra, dopo un oretta Giulio esce, per passare la strettoia si attacca alla corda e lo tiro su.
Perplesso decido di provarci (Giulio farà 55 kg per 170 cm), prima faccio un coniglio per potermi tirare con entrambe le mani e realizzo un paranco, in discesa passo, il problema sarà dopo, la microsala finisce in un basso passaggio , anche qui al basso c’è terra, ho infilato un piede e scavato un po.
Adesso provo ad uscire,  con le spalle passo facilmente, il problema viene ora non ho appigli per i piedi e mi faccio parancare( è la 2° volta in vita mia).
Ora con questi 3 metri la grotta ha raggiunto la decina di metri.
Ho deciso di chiamarla nitro.
(È la marca della barca).
Ricarichiamo tutto il materiale(ci eravamo portati anche un frigo) e cominciamo un giretto turistico sul lago.
Andiamo a sud ed entriamo nella dolina allagata , qui assistiamo allo spettacolo dell’attacco di un falco ad una cornacchia, la insegue,lei fugge tra gli alberi,lui l’aspetta e poi la insegue ancora.
I predatori si combattono da sempre .
Rientriamo sosta birra e andiamo a casa.
Alessandro Urbanelli