Ramo Unabomber

09/06/2018, Grotta di Monte Cucco – Ramo Unabomber

Si cercano sempre nuovi stimoli e nuovi obbiettivi cosi da incrementare la conoscenza di questa grotta e capire meglio i suoi segreti.

Dei quattro che dovevamo essere rimaniamo solo io e Roberto mentre gli altri due fermati dai malanni primaverili restano a casa. Anche io e Roberto non siamo in gran forma, entrambi alle prese con mal di schiene e una sorta di tendinite ma sappiamo bene che la grotta è curativa quindi entriamo senza problemi.

Abbiamo i tempi un po stretti, Roberto deve essere alle 20:00 a Terni per una cena quindi l’orologio sarà un po il nostro incubo giornaliero controllandolo ogni due secondi e facendo calcoli su quanto avremmo impiegato per uscire. L’accoglienza del Cucco arrivati a Pian di Monte è vento e nebbia fitta, il che rende inadeguato il nostro abbigliamento estivo “pantaloncini e maglietta corta” e fortuna che il meteo migliorava nel fine settimana.

Entriamo e rapidamente ci dirigiamo alla Regione Italiana dove recuperiamo un sacco “bomba” con tutto il necessario per armare e anche un bel po di fango caratteristico della zona.
Preso il necessario torniamo indietro e ci inoltriamo nel Ramo Unabomber, nostro obbiettivo di giornata, conosciuto solo per sentito dire e da qualche vecchia pubblicazione. Superiamo il restringimento iniziale e scendiamo in comoda disarrampicata lungo uno scivolo fino ad arrivare al primo pozzo, qui troviamo montata una corda, rapida valutazione dello stato del materiale e decidiamo di usarla senza mettere le nostre. Alla base altro scivolo che si getta in un pozzo circolare con dimensioni maggiori al precedente profondo una decina di metri. Qui decidiamo di mettere la nostra corda aggiungendo un frazionamento rispetto al vecchio armo. Alla base del pozzo si aprono gallerie fossili di notevoli dimensioni con grandi depositi di fango secco che rendono morbido il pavimento, proseguiamo il nostro giro turistico mettendo la testa in ogni anfratto fino ad arrivare alla sala finale dove si incontra un ramo attivo con una notevole portata d’acqua. L’acqua di questo attivo sparisce al di sotto della sala tra massi e fango, vorremmo seguirla ma serve la corda che abbiamo posato alla base dei pozzi. Decidiamo allora di seguire l’attivo verso l’alto affrontando un traverso non proprio comodissimo che conduce ad una galleria interrotta da una strettoia dove campeggia la scritta “GIUNZIONE”. Questo è il punto dove gli esploratori unirono il Meandrino con il ramo Unabomber. Oltrepassiamo la strettoia in salita su viscido fango alquanto scomoda che obbliga Roberto ad affrontarla senza imbrago. La galleria prosegue in salita alternata da tratti leggermente più ripidi che comportano l’utilizzo di corde già presenti. Eravamo curiosi di arrivare fino al pozzo che si getta nelle profondità della grotta raggiungendo il Meandrino ma ci dobbiamo fermare il tempo è tiranno e l’orologio ci dice che abbiamo già sforato con il limite di tempo da noi prefissato. Non ci resta che tornare indietro, recuperare parte del materiale ed uscire giusti giusti per farci un bagnetto sotto la pioggia.

 

Matteo

 

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