Eppure oggi abbiamo esplorato

04/08/2018, Grotta di Monte Cucco – La Somma che Scotta

Giornata in puro stile alpino.
Andata:
dislivello in esterna 200 m
dislivello in Grotta   700 m

Ritorno:
lo stesso al contrario

Dislivello complessivo coperto 1800 m  compreso passaggi disagevoli come i cunicoli del vento e meandri con passaggini in decompressione, Il tutto coperto in appena  7 ore in grotta e 1 in esterna

Buona lettura :

Niente da fare…, dopo sei lunghi anni si ripalesa davanti ai miei occhi lo stesso scenario: non ci si crede ma la “somma che scotta” è di nuovo in fiamme. Di sicuro un incendio doloso originatosi grazie alle  aberrazioni della mente umana. Dalle prime luci dell’alba la “somma” è interessata da forti raffiche di vento, vento gelido “che porta lontano” l’unico ben  riscontrabile oggi in tutta la grotta.

Alle 9:30  chiazze di fumo dominano la vallata della Valcella. Alle 10:30 varcato il cancello non c’è più ne fumo ne vento tutto sembra essere tornato alla normalità, il “sistema è in equilibrio”.

Vana speranza… all’ingresso dei cunicoli del vento Matteo sistema la luce io ho il tempo di salutare Cristiano e dirgli “Crì andiamo! Oggi esplora con noi” mi infilo nel cunicolo carponi e il mio corpo viene avvolto da un forte vento.

Dopo due ore e un quarto da quando abbiamo lasciato il cancello troviamo sala Agnese senza nessun alito di vento, ed anche senza il consueto rumore di acqua che la caratterizza. Questo buio silenzioso potrebbe essere terreno fertile se un piromane decidesse di incendiare gli animi, spinto da l’insana e malata sete esplorativa.

Alle 14:30 ci troviamo in cima alla “Somma che scotta” dove tira un forte e freddo vento in faccia ( ingresso alto). Il vento che dall’alto spira è talmente forte che per ben tre volte riesce a spegnere i nostri manzi rendendoli infruttuosi. Questo ci regala contrastanti sensazioni. La prima senz’altro di rabbia perché le cose non vanno, la seconda è che Matteo vorrebbe uscire colto da  un momento di stizza, io invece sono pervaso da una fervida convinzione: “se pure il quarto non va spingo  e passo uguale”. Il quarto fa un gran casino: ettari di bosco divampano e diventano cenere all’istante cadendo vicino ai nostri piedi.

A questo punto c’è solo un rimedio per sfuggire all’ignoto ed è  sondarlo con tutti noi stessi. Passiamo. Ad attenderci c è quello che avevo visto in sogno ,alle quattro di notte, in una notte di aprile, ad aspettarci c è una piccola bifora come se ne possono scorgere a migliaia sui palazzi monumentali di Venezia, e sotto “il Canal” che serpeggia deciso di fronte a noi. Adagiati su un fianco passiamo sia la prima che la seconda curva che si susseguono, poi tornando all’impiedi riusciamo a inoltrarci, scansando con mano il fumo di questi posti antichi depositatosi per anni e andiamo avanti lungo questo alto meandro sino ad arrivare ai piedi del salto successivo dove alla base si trova un laghetto. Oggi anche lui non è alimentato dalle cascatelle di latte di Monte ed acqua e potrebbe essere preda di un rogo, ma decidiamo di rigirare. Alle 18:30 partiamo per essere al cancello alle 21:15 in tempo per vedere gli ultimi bagliori del giorno.

La somma sta bruciando dovremmo tornare presto in forze con il pompiere Brustenghi il primo a vedere con me quei posti, il pompiere Spinelli piromane di nome e di fatto e perché no magari con il pompiere Battistini …una volta tanto un pompiere vero

 

Roberto e Matteo

 

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