La Bestia

22/02/2020 – Grotta di Monte Cucco

Dopo venti giorni di caldo sudamericano sono nuovamente al fresco di casa.
Gli unici che mi accompagnano sono Lorenzo con il quale stiliamo un programma molto ricco e ambizioso e Rudy ci raggiungerà a metà giornata.
Questo pazzo inverno ci consente di cambiarci all’ingresso sotto un sole primaverile, vestizione e si entra percorrendo i soliti ambienti che ormai potremmo fare ad occhi chiusi. La destinazione è l’Infernaccio dove durante la mia assenza hanno armato due pozzi: il Bicco in discesa e la Bestia in salita che ora andranno rilevati. Iniziamo dal Bicco, il primo che incontriamo attraversando l’Infernaccio. Lorenzo al Distox2 mentre io al palmare e pennarello iniziamo il rilievo del pozzo mentre scendiamo lungo questa scomoda spaccatura inclinata e fangosa. In alcuni tratti si struscia la schiena su quello che sarebbe il soffitto mentre la faccia passa a pochi centimetri dalla parete opposta, il tutto condito da detrito che si stacca e ti viene addosso. A metà del pozzo noto una scritta fatta con il nero fumo e un catarifrangente segno che li è passato il rilievo di Pino, ma è parecchio spostato come se fosse su un pozzo parallelo, cerco di avvicinarmi pendolando e noto delle somiglianze con il pozzetto già rilevato con Lorenzo qualche mese fa alla base di accesso della Regione Italiana. Proseguiamo la discesa fino alla base del pozzo che in effetti combacia con quello già sceso e rilevato qualche mese prima trovando il nostro bollino bianco sulla parete. Ci rimaniamo un pò male perché guardando il vecchio rilievo questi due pozzi erano stati disegnati separati e pure distanti tra loro. Risaliamo disarmando e recuperando il nostro materiale, spuntino veloce e ci dirigiamo al camino della Bestia, qui decidiamo di risalire e tentare la disostruzione di uno stretto passaggio sulla cima del camino e verificare una eventuale prosecuzione. Una volta in cima mentre attendo l’arrivo di Lorenzo con il materiale da disostruzione cerco di superare la strettoia, non è semplice, la spaccatura da superare si apre sulla volta con le corde che restano distanti. Metto la longe lunga su uno spezzone di corda come sicura “psicologica” e inizio il tentativo di superare la fessura con i piedi che scalciano nel vuoto. Dopo qualche tentativo passo e cerco di avanzare di piedi per sondare la prosecuzione ma sono troppo scomodo per riuscirci, torno sulla verticale del pozzo nuovamente con i piedi nel vuoto e questa volta mi infilo di faccia guadagnando un paio di metri all’interno della condotta ma purtroppo chiude, oltre non si può andare. Anche l’aria quasi assente ci fa desistere e riteniamo inutile fare disostruzione. Iniziamo il rilievo durante la discesa e nello stesso momento ci raggiunge Rudy che ci darà una mano per illuminare il pozzo e fare un paio di foto. A metà della Bestia notiamo un grosso fuso che si stacca dal pozzo principale e si perde nel nero. Si apre un punto interrogativo nelle nostre, per togliercelo dovremo fare una risalita ed illuminare quel nero misterioso che tanto attira noi speleo. Terminato il rilievo della Bestia ci spostiamo in una zona vicinina confinante con l’inizio della Regione Italiana dove l’acqua proveniente dal Canin si perde in una serie di saltini per poi sparire in uno stretto meandro. Qui sfruttando le nostre corde gentilmente montate da Roberto , Lello, Daniele e Marta qualche mese fa effettuiamo il rilievo mettendo la parola fine a tutta la zona. Resta “soltanto” il Berro con il leggendario ramo Indiana Jones. Soddisfatti del risultato ottenuto, iniziamo la risalita effettuando ancora qualche foto lungo il percorso per terminare la giornata davanti ad una bella e buona pizza del Villa Anita.

Matteo

Guarda tutte le foto: https://www.flickr.com/photos/134414274@N07