Unabomber

30/05/2020 – Grotta di Monte Cucco

Sono stati mesi difficili. Nonostante la mia routine non fosse cambiata radicalmente come invece è accaduto a molti altri, già da metà aprile incominciavo a sentire una frenesia in crescendo. Ho rincominciato a correre seriamente, mi sono “sfondato” di TRX, flessioni, esercizi propedeutici alla verticale, addominali, vita sana e spinaci…niente.
Quando uscivo di casa per andare al lavoro, all’orizzonte lo vedevo lì sereno e fiero, nobilmente adagiato fra il Catria a sinistra e al Subasio a destra…lui, il Cucco.
“Tanto ci rivediamo, do’ scappi?” Pensavo ogni volta.

Con l’inizio della fase 2, molto timidamente, ho cominciato a chiedere se qualcuno volesse tornare in grotta.

Sento Francesco Spinelli e mi dice che avrebbe un lavoretto da fare in grotta, niente dì difficoltoso; felice come non mai, già comincio a fare mente locale sul materiale che avrei dovuto preparare per il sabato. Venerdì Francesco mi da le coordinate: destinazione Unabomber, c’è una cascata da arginare. “Un impermeabile sarebbe necessario” dice…
Di iniziativa propria (oltre a quella mia e di Francesco) si unisce all’uscita anche Filippo Rossi. Più tardi, lo farà anche Lorenzo Scialó. Ci ritroviamo davanti alla sede e muniti di mascherina, andiamo in 4, con 2 macchine.
Surreale il caffè alle Camille. Però veniamo accolti con piacere. Sinceramente a me sono mancati. I caffè li paga Scialó che doveva farsi perdonare i 30 minuti di ritardo. Aspettiamo fuori dal bar che smetta di piovere; Francesco sa che da lì a poco avrebbe smesso ed infatti…un raggio di sole ci da il via!

Arriviamo al parcheggio, ci carichiamo e via! Lassù il meteo è diverso come sempre ma non è malvagio! Sono contento e non sto nella pelle!

Entriamo, cambio indumenti al “passo del gatto” e si scende. Siamo filati così bene che già siamo in fondo alla Burella. Spizzichiamo qualcosa nella Galleria dell’orco e lasciamo lì  quello che non serve. Almeno così pensavamo…soprattutto Lorenzo!

Dopo una veloce deviazione all’Infernaccio per recuperare le corde, Ci imbuchiamo direzione Unabomber; prima una strettoia non impegnativa e poi un budello stretto in discesa che scarica un po’. Due discese adagiate mi pare…un bel pozzetto e poi ci ritroviamo in una lingua di fango continua, che va a finire in ogni dove. Mettiamo qualche segnale per non perderci e poi arriviamo al “traverso del cazzo”: un traverso armato in salita che Filippo R. apprezza per essere armato con nodo in battuta su placchetta singola.
Dopo esserci complimentati e aver molto apprezzato il traverso, ci ritroviamo di lato ad un bel ruscello. Li Scialó scopre di aver lasciato l’impermeabile con: “le cose che non servivano”!

Francesco e Lorenzo vanno ad arginare il “rocchio d’acqua “ io che non voglio strafare nella mia prima uscita, rimango con Filippo R. che riarmerà il ben noto traverso. Vedo sparire in una fessura Lorenzo prima e Francesco poi.

Io faccio da supporto morale a Filippo che in men che non si dica, disfacendo nodi con i denti, riarma il traverso. Ora sono: “salitina e discesina del cazzo”! Ora. A Filippo R. viene voglia di rifarsi un servizio da tè di terracotta con la terra del Cucco…quindi careggia minimo 15 kg di terra nel sacco. Impresa stoica. Mi passa il sacco solo in un punto e mi prende un colpo! fa tutto da solo. Voto 9 per la caparbietà. Se fossi un allenatore di calcio lo vorrei in mezzo al campo, risolve situazioni.

Risaliamo e aspettiamo gli altri per uno spuntino alla Burella. Poi, aperitivo in turistica con vino della maison Spinellí (detto in francese!) molto buono! Voto 8.5 frizzantino amabile con sentori di acciaio, da veri duri.
Cena al Villa Anita. Io e Lorenzo nel tragitto di ritorno, troviamo una frattura nella continuità spazio/tempo che ci fa passare in un universo parallelo e arrivare con 20 minuti di ritardo in sede.

Concludo dicendo che è stata una bellissima giornata nonostante la “gufata” del nostro presidente…tié!